Il consiglio di amministrazione di Tim ha approvato la vendita della rete al fondo statunitense Kkr per 22 miliardi di euro. La decisione è stata presa dal board a maggioranza, con 11 consiglieri favorevoli e 3 contrari. Il primo socio di Tim, Vivendi, considera la decisione “illegittima” e minaccia di utilizzare ogni strumento legale per contestarla. L’offerta di Kkr valuta la rete di Tim, esclusa Sparkle, circa 19 miliardi di euro, e potrebbe aumentare di altre tre miliardi in futuro. La nuova società infrastrutturale, Netco, avrà come azionisti il ministero delle Finanze e il fondo italiano F2i.
L’operazione consentirà a Tim di ridurre il debito di oltre 30 miliardi e di tagliare il numero di dipendenti. La nuova Tim senza rete avrà un rapporto fra debito netto ed ebitda inferiore a due volte. Vivendi considera i diritti degli azionisti violati e potrebbe chiedere il diritto di recesso. Anche il fondo Merlyn protesta contro l’operazione e potrebbe unirsi a Vivendi per richiedere un’assemblea dei soci. Le banche d’affari e i consulenti finanziari coinvolti nell’operazione sono Goldman Sachs, Mediobanca, Vitale & Co, Equita, Lion Tree, UBS, Jp Morgan e Morgan Stanley.
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