In un tragico accadimento nel sud-est dell’Iran, durante una processione di pellegrini diretti al cimitero di Kerman, sono avvenute due esplosioni che hanno causato la morte di almeno 103 persone e il ferimento di oltre 210. Le autorità iraniane hanno definito l’attacco “terroristico”, anche se nessun gruppo ha ancora rivendicato la responsabilità. Attacchi simili si sono verificati in passato in Iran e sono stati rivendicati da vari gruppi, tra cui Isis, separatisti del Baluchistan e gruppi arabi del sud del Paese.
Le tensioni tra Iran e Israele risalgono da tempo, e il Mossad, servizio segreto israeliano, è stato accusato da Teheran di uccisioni mirate di scienziati nucleari e responsabili militari sia in Iran che all’estero. Tuttavia, gli Stati Uniti hanno respinto qualsiasi coinvolgimento nell’attentato, sostenendo che è troppo presto per fare valutazioni. Nonostante ciò, secondo l’alto consigliere del presidente iraniano, Israele e gli Stati Uniti sono responsabili delle due esplosioni.
La Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, ha promesso una “risposta severa” ai responsabili di questo “odioso attentato”, mentre il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, ha dichiarato che i colpevoli saranno identificati e puniti e che la nazione iraniana non si piegherà a questi attacchi. Inoltre, il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, e l’Unione Europea hanno condannato fermamente l’attacco e espresso solidarietà al popolo iraniano.
La notizia dell’attacco ha suscitato anche reazioni a livello internazionale. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha definito l’attacco come “scioccante per crudeltà e cinismo” e ha ribadito l’impegno a combattere il terrorismo senza compromessi. Anche il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, si è detto profondamente rattristato per l’attacco terroristico.
Infine, in Iraq e Libano, migliaia di persone hanno commemorato Qassem Soleimani, il comandante dei Pasdaran ucciso dagli americani, elogiandone il ruolo nel sostenere gruppi come Hamas.
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