Il processo per lo scontro dei tornado avvenuto ad Ascoli il 19 agosto 2014 si è concluso oggi con la lettura della sentenza. Due jet dell’Aeronautica Militare, decollati dalla base di Ghedi per un’esercitazione, sorvolavano Venarotta quando si è verificato l’incidente. I capitani Mariangela Valentini, Alessandro Dotto, Giuseppe Palminteri e Paolo Piero Franzese hanno perso la vita quel giorno. Il giudice Matteo Di Battista ha assolto entrambi gli imputati perché il fatto non sussiste. Il procuratore capo Umberto Monti aveva chiesto una condanna a 12 mesi, con pena sospesa, per Fabio Saccottelli e l’assoluzione per Bruno Di Tora. Di Tora, comandante del 154esimo Gruppo al momento dell’incidente, era responsabile della pianificazione dell’esercitazione. Saccottelli, capo cellula della pianificazione area target, è stato indagato per omicidio colposo e disastro aviatorio colposo.
Monti ha contestato agli imputati delle negligenze nella pianificazione della missione e nell’assistenza agli equipaggi dei jet coinvolti nell’incidente. Lo Stato ha proposto un risarcimento danni solo ai familiari dei piloti di Freccia 11, accettato da Dotto e Palminteri. Si ritiene che l’incidente sia avvenuto per responsabilità dei piloti di Freccia 21, Valentini e Franzese.
L’Aeronautica Militare in lutto per lo scontro aereo che ha visto la triste morte di quattro piloti. Il verdetto del processo inizia a destare molte polemiche sulla legittimità dell’assoluzione dei due imputati Fabio Saccottelli e Bruno Di Tora. Per quanto riguarda quest’ultimo, il comandante del 154esimo Gruppo al momento dell’incidente, la responsabilità sembrava gravare sulla sua pianificazione dell’esercitazione. Tuttavia, il giudice Matteo Di Battista, nella lettura della sentenza, ha deciso di assolvere entrambi gli imputati per insussistenza del fatto. Il procuratore capo Umberto Monti, invece, aveva richiesto una condanna a 12 mesi, con pena sospesa, per Saccottelli e l’assoluzione di Di Tora. Monti ha contestato diverse negligenze nella pianificazione della missione e nell’assistenza agli equipaggi dei jet coinvolti nell’incidente. Il verdetto ha scatenato una vivace discussione tra l’accusa e la difesa, mettendo in evidenza i punti deboli nel sistema e nella sicurezza dei voli militari. Tuttavia, la tragedia ha portato lo Stato a proporre un risarcimento danni ai soli familiari dei piloti di Freccia 11, con la relativa accettazione di Dotto e Palminteri. Si cerca ancora di capire come sia potuto accadere un simile incidente e chi ne sia stato realmente responsabile. Secondo le prime indagini sembra che i piloti di Freccia 21, Valentini e Franzese, abbiano avuto una parte determinante nel tragico evento. I familiari delle vittime provano a fare i conti con una sentenza che sembra non dare loro giustizia, cercando di ottenere spiegazioni e responsabilità.
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