I genitori di Saman Abbas sono stati condannati, con il padre Shabbar Abbas condannato all’ergastolo e la madre Nazia Shaheen ancora latitante. Dopo quasi cinque ore di camera di consiglio, la Corte di assise di Reggio Emilia ha stabilito che i cugini di Saman, Nomanhulaq e Ikram Ijaz, sono estranei ai fatti e sono stati assolti. La Procura reggiana aveva chiesto condanne all’ergastolo per i genitori e 30 anni per gli altri imputati. Le richieste dei pm sono state confermate dal giudice. Non sono stati disposti risarcimenti per il fratello e il fidanzato di Saman, ma sono stati concessi risarcimenti a diverse associazioni.
Sono cadute le aggravanti della premeditazione e dei motivi abietti per tutti gli imputati, ad eccezione dei genitori che hanno una sola aggravante legata al legame familiare. La coppia è stata assolta dalla soppressione di cadavere. Lo zio di Saman è stato condannato per omicidio senza aggravanti e per soppressione di cadavere, con attenuanti generiche e ammissione al rito abbreviato. Tutti gli imputati sono stati assolti dall’accusa di sequestro di persona.
Prima della condanna, il padre Shabbar Abbas ha negato le accuse di aver ucciso la figlia e ha parlato di false testimonianze. Ha anche negato l’organizzazione di un matrimonio combinato per Saman e la sua presunta violenza fisica. Shabbar Abbas ha affermato di non aver mai picchiato sua figlia e di essere innocente della sua morte. Ha descritto Saman come il suo cuore e il suo sangue, smentendo le accuse contro di lui e negando di essere una persona violenta o mafiosa.
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