Airbnb paga 576 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate: accordo raggiunto per la cedolare secca
Airbnb, la celebre piattaforma di affitti brevi, ha raggiunto un importante accordo con l’Agenzia delle Entrate per il pagamento della “cedolare secca” del 21% sugli affitti brevi. Secondo quanto stabilito, Airbnb dovrà pagare sanzioni e arretrati per un totale di 576 milioni di euro. Tale accordo fa seguito all’indagine condotta dalla Guardia di Finanza, che aveva portato al sequestro di 779 milioni di euro.
In seguito all’accordo, Airbnb ha dichiarato che non intende recuperare la somma dai suoi clienti, assumendosi la responsabilità del pagamento dell’imposta. Resta ancora da definire un accordo sull’imposta per gli anni 2022 e 2023. Tuttavia, a partire dal 2024, Airbnb si impegnerà a operare da “sostituto di imposta”, trattenendo l’imposta dovuta e pagandola per conto dei clienti.
Questa decisione è in linea con una legge italiana del 2017, la quale richiede alle piattaforme di affitti brevi di pagare la cedolare secca per conto degli affittuari. Airbnb inizialmente aveva rifiutato questa pratica, sostenendo che fosse necessaria una verifica caso per caso delle attività di locazione. Tuttavia, l’accordo raggiunto dimostra la volontà di Airbnb di aderire alle leggi italiane e di contribuire al sistema fiscale.
È importante sottolineare che solo i proprietari privati possono aderire a questo regime. Chi affitta professionalmente tramite una società non può farlo. Questa precisazione evidenzia l’attenzione di Airbnb nel distinguere tra coloro che affittano occasionalmente e coloro che hanno un’attività di affitto professionale.
L’accordo raggiunto tra Airbnb e l’Agenzia delle Entrate non solo garantisce il pagamento dell’imposta dovuta sugli affitti brevi, ma rappresenta anche un segnale positivo di collaborazione tra le autorità e le piattaforme di condivisione economica. Ciò potrebbe avere un impatto significativo sull’economia italiana, contribuendo alla stabilità fiscale e allo sviluppo del settore degli affitti brevi.
In conclusione, l’accordo raggiunto tra Airbnb e l’Agenzia delle Entrate rappresenta un passo importante nella regolamentazione e nel pagamento delle tasse nel settore degli affitti brevi. Airbnb ha dimostrato la sua volontà di adeguarsi alle leggi italiane e di essere un partner attivo nel sistema fiscale. Così, gli affittuari e gli operatori di questa piattaforma potranno continuare a fruire dei benefici offerti senza preoccupazioni legali o fiscali.