Oggi si conclude la tre giorni elettorale in 85 regioni della Russia. Sono in palio 34 mila mandati di vario livello e, per la prima volta, i russi possono votare da casa. Nei territori ucraini di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, annesi alla Russia, saranno costituiti i “parlamenti” locali. A Mosca si vota per il sindaco, con la riconferma quasi sicura dell’uscente Sergey Sobyanin. Saranno eletti ventuno governatori e venti assemblee legislative regionali. È interessante notare che sono pochi i candidati che hanno esperienza militare o medica. L’organizzazione non governativa Golos, che monitorava i brogli, è stata messa fuorilegge. Inoltre, per la prima volta tutti i russi possono votare da casa utilizzando il sistema online Deg, che è chiuso all’esterno. Tuttavia, lo spazio per le formazioni politiche al di fuori del partito di Putin si sta riducendo e si prevede che il partito di Putin, Russia Unita, otterrà il 90% dei voti grazie al sistema di voto elettronico. I candidati di Yabloko hanno subito pressioni e ostacoli durante il processo elettorale. Questo potrebbe essere un segnale che la verticale del potere si sta stringendo in vista delle elezioni presidenziali del 18 marzo. Alcuni osservatori sottolineano che si sta tornando a un sistema di dominio unico, simile a quello dell’Unione Sovietica. Queste elezioni potrebbero dunque essere un indicatore del futuro politico della Russia.
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