La Banca centrale europea (BCE) ha criticato severamente la bozza della tassa sugli extraprofitti bancari legati al rialzo dei tassi di interesse proposta dal governo italiano. Inviando un parere di sei pagine al Tesoro italiano, la BCE ha invitato a calibrare meglio tutte le possibili conseguenze che questa imposta potrebbe avere sul credito in Italia e sulla capacità degli istituti di assorbire i problemi del ciclo economico.
La vigilanza della BCE ha raccomandato al governo di effettuare un’analisi approfondita delle potenziali conseguenze negative per il settore bancario, al fine di evitare impatti sulla redditività a lungo termine, sull’accesso ai finanziamenti e sulla concessione di nuovi prestiti. Questa tassa potrebbe infatti causare una diminuzione della capacità degli enti creditizi di accumulare riserve supplementari di capitale e aumentare il rischio di credito a causa dei tassi di interesse più elevati.
La BCE ha sollevato anche il problema della frammentazione del sistema finanziario europeo a causa delle imposte eterogenee e della doppia imposizione per i gruppi bancari che operano attraverso succursali estere. È quindi necessario chiarire il trattamento degli enti creditizi che hanno subito fusioni e acquisizioni durante il periodo di calcolo dell’imposta, perché l’ammontare dell’imposta potrebbe non essere commisurato alla redditività a lungo termine degli enti creditizi.
Inoltre, è stato richiesto un chiarimento sul tetto massimo dell’imposta e sulla nozione di attività totali, al fine di evitare incertezze per le banche italiane come Intesa Sanpaolo e Unicredit che hanno attività all’estero o assicurative.
Questa critica da parte della BCE mette in evidenza l’importanza di considerare attentamente le conseguenze delle politiche fiscali sui settori bancari e finanziari. È fondamentale equilibrare la necessità di aumentare le entrate fiscali con la salvaguardia della stabilità finanziaria, soprattutto in un periodo di incertezza economica come quello attuale.
Sarà necessario un dialogo costruttivo e una cooperazione tra il governo italiano e la BCE per trovare un compromesso che soddisfi entrambe le parti, evitando impatti negativi sul sistema bancario italiano e garantendo la stabilità finanziaria dell’intera Eurozona.
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