Il cancro al seno aumenterà del 20% nei prossimi 20 anni, soprattutto tra le fasce giovanili che attualmente non sono sottoposte a screening. Questo è quanto emerge da uno studio recente condotto in Italia. Nel 2022, sono stati registrati circa 60.000 nuovi casi di tumore al seno nel paese, ma le buone notizie sono che il tasso di sopravvivenza a 5 e 10 anni è molto alto, rispettivamente quasi il 90% e il 78%.
Un’altra tendenza preoccupante è l’aumento del numero di donne che vivono con tumore al seno metastatico in Italia. Si stima che circa 50.000 donne conducano una vita quotidiana normale nonostante la malattia cronica. Tuttavia, non tutte le regioni italiane hanno implementato il piano per i centri di senologia, che si è dimostrato efficace nel ridurre significativamente la probabilità di morte per questa malattia. Le discrepanze regionali tra il Nord e il Sud del paese devono essere ridotte.
Un altro fattore che contribuisce all’aumento dei casi di tumore al seno è la diminuzione della natalità negli ultimi 50 anni. Inoltre, l’età media della seconda gravidanza è di 43 anni, il che aumenta la possibilità di sviluppare il cancro al seno. È quindi fondamentale formare medici specializzati nella cura di questa malattia e richiedere un supporto dal Ministero della Ricerca per progredire in questo ambito.
Europa Donna Italia, un’associazione che si occupa dei tumori al seno, sottolinea l’importanza di condividere informazioni scientifiche ed esperienze personali per aumentare la consapevolezza delle pazienti sulla malattia. È necessario promuovere gli screening mammografici come forma di prevenzione e garantire cure specializzate per il tumore al seno. Infatti, questa malattia rappresenta la principale causa di morte tra le donne e richiede un’adeguata programmazione della spesa sanitaria.
In conclusione, il tumore al seno rappresenta una sfida significativa per il sistema sanitario italiano. È necessario agire con urgenza per ridurre le disuguaglianze regionali nell’accesso alle cure, formare medici specializzati e promuovere la prevenzione attraverso gli screening mammografici. Solo attraverso un impegno comune si potrà combattere efficacemente questa malattia e garantire una migliore qualità di vita alle pazienti.
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