Rafah, una città divisa dal confine fra la Striscia di Gaza ed l’Egitto, è diventata famosa per il suo valico che permette ai palestinesi di fuggire durante i bombardamenti israeliani. Questa stretta apertura dovrebbe far passare centinaia di migliaia di persone per rispondere all’ultimatum di Tel Aviv, che mira a diminuire il numero di abitanti nella Striscia per agevolare un’eventuale invasione.
Nonostante il valico sia stato istituito nel 1979, la sua storia è segnata da aperture e chiusure determinate da motivazioni politiche o militari, rendendo il passaggio un’arma di ricatto a spese degli abitanti della Striscia. Questi ultimi, nel corso degli anni, hanno sviluppato una rete di tunnel per mantenere i contatti con l’Egitto.
Il valico di Rafah è l’unica possibilità di fuga per i palestinesi che vivono nella Striscia di Gaza durante i periodi di intensi bombardamenti israeliani. Gli abitanti, costretti a vivere in una situazione di costante minaccia e pericolo, cercano disperatamente una via di salvezza.
Secondo l’ultimatum di Tel Aviv, il numero di abitanti della Striscia di Gaza deve essere ridotto al fine di preparare il terreno per un’eventuale invasione. Centinaia di migliaia di palestinesi si affollano verso il valico di Rafah nella speranza di poter lasciare la zona e mettersi in salvo.
Purtroppo, la storia del valico è segnata da frequenti aperture e chiusure, spesso dettate da motivazioni politiche o militari. Ciò ha trasformato il passaggio in un’arma di ricatto, che colpisce in primis gli abitanti della Striscia di Gaza. Molti sono costretti a vivere lì, intrappolati dalla situazione, senza poter fuggire o cercare una vita migliore altrove.
Di fronte a queste difficoltà, gli abitanti della Striscia di Gaza hanno trovato un modo di aggirare il problema. Nel corso degli anni, hanno costruito una rete di tunnel sotterranei che collega la Striscia di Gaza all’Egitto. Questi tunnel consentono agli abitanti di mantenere vitali i contatti con l’esterno, permettendo lo scambio di merci e di persone.
La situazione nel valico di Rafah rimane precaria e incerta. Gli abitanti della Striscia di Gaza continuano a vivere nel terrore di nuovi bombardamenti e di chiusure improvvisate del passaggio. È necessario che la comunità internazionale si mobiliti per garantire la sicurezza e la libertà di movimento di queste persone, che si trovano intrappolate in una situazione drammatica e insostenibile. Solo così potremo garantire una vita migliore per gli abitanti della Striscia di Gaza e porre fine alla loro sofferenza.
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