Pisa – Nel capoluogo toscano, sono ben 3311 i nuclei familiari che percepiscono il reddito di cittadinanza, ma purtroppo molti di loro hanno ricevuto un messaggio di sospensione del beneficio. L’Inps ha inviato, infatti, ben 23mila messaggi di sospensione solo nella regione.
Il testo del messaggio informa che la domanda di reddito di cittadinanza è sospesa in attesa della presa in carico dei Servizi sociali. La misura del reddito di cittadinanza è stata introdotta nel 2019 dal primo governo Conte per contrastare la povertà e favorire l’inserimento lavorativo. Nel mese di giugno, secondo i dati dell’Osservatorio sul reddito e pensione di cittadinanza, sono state coinvolte 5970 persone nella provincia di Pisa, con un importo mensile medio di 503,04 euro.
La Cgil Toscana ha registrato un aumento delle telefonate e delle richieste di informazioni da parte dei percettori, molti dei quali preoccupati per la sospensione del reddito di cittadinanza. Il sindacato ha annunciato una mobilitazione nei prossimi giorni.
A partire da settembre, i nuclei familiari con soggetti occupabili dovranno iscriversi a una nuova piattaforma per accedere al supporto per la formazione e il lavoro. Tuttavia, il reddito di cittadinanza continuerà ad essere elargito regolarmente fino alla fine dell’anno per i nuclei familiari con minori, persone disabili o con più di 60 anni.
Con la sospensione del reddito di cittadinanza, verrà anche meno il versamento d’ufficio dell’Assegno Unico e Universale. I nuclei familiari aventi diritto dovranno presentare una domanda autonoma per ottenere quest’assegno. La situazione sta generando forte preoccupazione e l’Usb Pisa ha annunciato una mobilitazione con un presidio davanti alla sede Inps di Pisa.
Purtroppo, più di tremila nuclei familiari rischiano di rimanere senza alcun sostegno nella provincia di Pisa. Secondo le stime dell’Irpet, più di 20mila persone su un totale di 53mila percettori non avranno più diritto a questo sostegno. La situazione mette in evidenza la difficoltà dei servizi sociali dei comuni e dei centri per l’impiego nel prendere in carico questi percettori, considerando le risorse insufficienti a causa dei tagli effettuati dal governo centrale.
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