Nonostante l’intelligenza artificiale generativa (GenAI) abbia avuto una grande copertura mediatica, molte aziende sono caute nel pensare che questa tecnologia possa portare immediati miglioramenti ai profitti. Un recente sondaggio del Boston Consulting Group (Bcg), presentato al World Economic Forum di Davos, classifica le aziende in due categorie: i “vincenti” che hanno riconosciuto il potenziale dell’IA e gli “osservatori” che preferiscono ancora attendere.
Oltre il 90% dei manager sta adottando un approccio cauto, aspettando che l’intelligenza artificiale generativa superi la fase dell’entusiasmo iniziale prima di implementarla su larga scala. La ricerca, basata su oltre 1.400 interviste a dirigenti, rivela che il 71% dei manager vuole aumentare gli investimenti tecnologici nel 2024, rispetto al 60% del 2023.
Tuttavia, molti dirigenti intervistati hanno espresso insoddisfazione per i progressi della propria organizzazione in materia di intelligenza artificiale e GenAI, principalmente a causa della carenza di talenti e competenze, delle priorità di investimento poco chiare e dell’assenza di una strategia per un’intelligenza artificiale responsabile.
Le aziende che pianificano di investire oltre 50 milioni di dollari in AI e GenAI nel prossimo anno hanno maggiori probabilità di ottenere risparmi sui costi e dovrebbero reinvestirli in formazione del personale e ricerca sull’AI.
Secondo il Bcg, sarà cruciale prestare attenzione ai costi di utilizzo della GenAI e all’adozione dei principi dell’AI responsabile, che possono portare vantaggi significativi per le aziende coinvolte in iniziative corrette, equità, privacy, trasparenza e responsabilità.
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