Un terzo della popolazione in 14 Paesi europei consuma antibiotici senza prescrizione medica, secondo un nuovo rapporto dell’OMS/Europa sulla resistenza antimicrobica. L’OMS considera questa resistenza come una delle principali minacce per la salute pubblica, con 5 milioni di morti all’anno associati a questo fenomeno a livello globale. Nella regione europea dell’OMS, che comprende 53 Stati membri, si registrano oltre mezzo milione di morti all’anno a causa della resistenza antimicrobica. L’abuso degli antibiotici accelera lo sviluppo e la diffusione di superbatteri, rendendo le infezioni più difficili da trattare. Senza interventi immediati, la resistenza antimicrobica potrebbe causare fino a 10 milioni di morti all’anno entro il 2050, aggravando le disuguaglianze sanitarie globali.
L’indagine dell’OMS/Europa ha coinvolto più di 8.000 partecipanti provenienti dai 14 Paesi analizzati. La maggior parte degli antibiotici viene prescritta o somministrata direttamente dai medici. Tuttavia, oltre il 40% degli antibiotici è stato ottenuto senza il consiglio del medico in alcuni Paesi analizzati. I motivi citati per l’assunzione di antibiotici senza prescrizione includono sintomi come raffreddore, mal di gola e tosse, che sono spesso causati da virus e quindi non richiedono antibiotici. La consapevolezza sull’uso necessario degli antibiotici è ancora limitata, con solo il 16% dei partecipanti che ha risposto correttamente a tutte e 4 le domande sull’argomento. Molti credono erroneamente che gli antibiotici siano efficaci contro i virus. Solo il 37% degli intervistati ha ricevuto informazioni sull’importanza di evitare l’uso non necessario di antibiotici nell’ultimo anno.
L’OMS/Europa sottolinea l’importanza dell’educazione e della sensibilizzazione per combattere l’abuso degli antibiotici. È necessaria una comunicazione sanitaria pubblica più chiara e mirata per contrastare la resistenza antimicrobica. Inoltre, l’applicazione delle normative esistenti può contribuire a ridurre l’abuso di antibiotici tra la popolazione. È importante considerare anche i fattori sociali e culturali che influenzano l’uso degli antibiotici e pianificare interventi adeguati.
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