Titolo: Alberto Scagni condannato per l’omicidio della sorella Alice: gli agenti e il medico sotto indagine
Alberto Scagni è stato condannato a 24 anni e sei mesi per l’omicidio della sua sorella Alice. La corte d’assise ha ritenuto Scagni semi infermo di mente, sposando le conclusioni del perito e dei suoi avvocati, che hanno sottolineato le sue condizioni psicologiche e mentali.
Nel corso del processo è emerso che due agenti di polizia e un medico erano stati chiamati dai genitori di Alice per chiedere aiuto, ma non hanno risposto alla chiamata. Attualmente, questi tre sono sotto indagine per il loro presunto fallimento nel fornire il supporto richiesto.
Il pubblico ministero aveva inizialmente richiesto l’ergastolo per Scagni, ma alla fine è stata stabilita la pena di 24 anni e sei mesi. Inoltre, è prevista la sua permanenza in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza per almeno tre anni dopo la detenzione.
Prima dell’omicidio, Scagni aveva avuto numerosi litigi con la sua famiglia a causa di richieste di denaro. Inoltre, aveva anche iniziato a perseguitare i suoi vicini di casa e la sua nonna, lasciando trasparire chiaramente problemi di natura psicologica.
A seguito dell’omicidio, i genitori di Alice hanno denunciato il medico e gli agenti di polizia accusandoli di non aver risposto alla loro chiamata di aiuto. Nonostante la procura abbia inizialmente richiesto l’archiviazione del caso, i genitori si sono opposti e si dovrà svolgere un’udienza per esaminare l’eventuale discussione in merito.
La sentenza emessa nei confronti di Alberto Scagni rappresenta un passo avanti nella risoluzione di questo tragico caso di omicidio, ma le indagini sull’operato dei due agenti e del medico sono ancora in corso, al fine di fare luce sul motivo per cui non hanno risposto alla chiamata di aiuto e valutare eventuali conseguenze legali.
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