Dopo il devastante terremoto che ha colpito il Marocco, uno dei fatti più sorprendenti è stato il silenzio durato ben 18 ore del re Mohammed VI. Non ha rilasciato discorsi al popolo, né ha visitato le zone terremotate per constatare i danni e mostrare solidarietà ai suoi concittadini colpiti dalla tragedia.
Tuttavia, il sovrano ha dichiarato il lutto nazionale, chiedendo alle moschee di pregare per le vittime del terremoto, mostrando così una certa preoccupazione per quanto accaduto. Ciò nonostante, il re sembra trovarsi spesso all’estero anziché nel suo paese, suscitando interrogativi sulla sua presenza in loco durante eventi critici come il terremoto.
Alcuni sostengono che il re abbia avuto problemi di salute in passato, ma sembra trascorrere più tempo fuori dal Marocco che nella sua patria. La sua assenza durante la pandemia di Covid-19 ha generato sorpresa e critiche da parte dell’opinione pubblica marocchina.
Inoltre, ci sono state segnalazioni di ritardi nelle operazioni di soccorso dopo il terremoto e critiche riguardo ai donatori che sono stati accettati. Questo ha sollevato dubbi sulla capacità delle autorità di gestire in modo efficace le emergenze e di garantire la piena trasparenza nella gestione delle risorse donate.
Nel frattempo, le relazioni tra il Marocco e la Francia sono gelide al punto che non c’è attualmente un ambasciatore francese a Rabat. Questo scenario indica un deterioramento delle relazioni tra i due paesi, con implicazioni politiche ed economiche.
Inoltre, nel Marocco non esiste una vera opposizione e la critica aperta al re non è permessa. Questa mancanza di pluralismo politico solleva interrogativi sul grado di democrazia del paese e sulla reale voce del popolo nella gestione degli affari nazionali.
Infine, il re appare sempre più distante e invecchiato, suscitando domande sulla sua salute e sul perché sia venuto meno l’augurio del padre Hassan II, che era riuscito a mantenere un legame stretto con il popolo durante il suo regno.
In conclusione, l’assenza del re Mohammed VI durante il terremoto e altre criticità, la sua presenza sempre più frequente all’estero, la lentezza nella gestione delle emergenze, gli attriti con la Francia e la mancanza di vera opposizione nel paese sollevano numerosi interrogativi sulla leadership e la trasparenza del governo marocchino.
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