Il Tesoro italiano si prepara ad entrare nella società Netco di Tim con una quota massima del 20%. Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge per assicurare le risorse finanziarie e un Dpcm per autorizzare il ministero dell’Economia all’ingresso in Netco. Questa decisione segna un ritorno dello Stato nell’infrastruttura telefonica privatizzata negli anni ’90. L’operazione non rappresenta una vera e propria nazionalizzazione della rete, ma il controllo strategico.
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha preferito ottenere un controllo strategico meno oneroso in termini di risorse finanziarie. Il ministro Giorgetti ha sottolineato che la partecipazione del Mef sarà di minoranza ma con poteri speciali per garantire la sicurezza strategica della rete. Il governo ha assicurato di voler salvaguardare i posti di lavoro.
Il decreto autorizza il Tesoro ad arrivare fino al 20% di Netco, mentre il controllo azionario dovrebbe essere in mano al fondo Kkr. Si prevede l’uso dei poteri speciali del golden power per garantire le condizioni di sicurezza e l’occupazione. L’ingresso del ministero dell’Economia in Netco richiederà alcuni aggiustamenti e dettagli. L’ammontare di risorse che il Mef dovrà investire per ottenere il 20% di Netco è di 2,2 miliardi di euro. Altri soggetti come il fondo F2i e la Cassa depositi e prestiti (Cdp) potrebbero affiancarsi al Mef come azionisti. Alcune questioni in sospeso riguardano le mosse di Vivendi, il primo azionista di Tim, e la posizione dell’Antitrust.
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