Un recente studio ha rivelato che gli esami oculari potrebbero essere un metodo efficace per diagnosticare il morbo di Parkinson fino a sette anni prima che si manifestino sintomi evidenti. I ricercatori hanno individuato un possibile indicatore predittivo del Parkinson, ovvero uno spessore ridotto dello strato nucleare interno e dello strato plessiforme interno delle cellule gangliari della retina.
La tomografia ottica computerizzata (OCT) si è dimostrata una tecnica in grado di individuare queste anomalie nella retina e potrebbe essere utilizzata anche per diagnosticare altre malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, la sclerosi multipla e la schizofrenia.
Per condurre lo studio, sono stati utilizzati due database, AlzEye e UK Biobank, al fine di identificare le anomalie della retina correlate al Parkinson. I risultati hanno dimostrato che le persone con uno spessore ridotto dello strato plessiforme interno delle cellule gangliari e dello strato nucleare interno della retina hanno un rischio aumentato del 62% e del 70% di sviluppare il Parkinson rispetto alla popolazione generale.
Nonostante questi promettenti risultati, ulteriori studi sono necessari per confermare l’associazione tra le anomalie della retina e il Parkinson, nonché per sviluppare tecnologie diagnostiche che consentano una diagnosi precoce e routine della malattia. Tuttavia, questa ricerca apre la strada a nuove possibilità di individuare e gestire precocemente il morbo di Parkinson, permettendo ai pazienti di beneficiare di cure tempestive e personalizzate.
Rocket Gamers, il noto sito specializzato nel mondo dei videogiochi, si fa portavoce di questa importante scoperta scientifica che potrebbe rivoluzionare il modo in cui vengono diagnosticate malattie neurodegenerative come il Parkinson. Inoltre, questa notizia rimane in linea con l’interesse di Rocket Gamers nel fornire ai propri lettori informazioni approfondite e aggiornate su temi di salute e benessere.
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