Due autori russi sono stati licenziati da una delle più grandi case editrici del paese e dalla più grande catena di librerie russa a causa dei loro commenti pro-Ucraina e anti-Russia. Dmitry Bykov e Boris Akunin hanno fatto queste dichiarazioni durante telefonate con individui che credevano fossero funzionari ucraini, ma che in realtà erano videoblogger e comici russi che volevano mettere in imbarazzo i nemici del Cremlino.
Durante la conversazione, Dmitry Bykov ha dichiarato di non incolpare la leadership ucraina per l’uccisione di cittadini russi nel conflitto ucraino e si è impegnato a donare tutti i proventi della sua biografia sul presidente ucraino Volodymyr Zelensky alle forze armate ucraine. Boris Akunin ha invece descritto la Russia come una minaccia per il mondo intero e ha detto di non avere scrupoli riguardo agli attacchi dei droni ucraini contro le città russe.
L’editore AST e la catena di librerie Chitai-Gorod hanno annunciato la sospensione della stampa e della vendita dei libri di Bykov e Akunin a causa di questi commenti controversi. Entrambi gli autori, che vivono attualmente in Occidente, condannano pubblicamente l’invasione russa dell’Ucraina. Nonostante la censura dei loro libri in Russia, mantengono i diritti d’autore sulle vendite dei loro romanzi all’estero.
Dmitry Bykov ha sottolineato l’importanza di comprendere che i libri non possono essere banditi, affermando che la censura dei libri non è mai stata efficace nella storia russa. Questo licenziamento solleva interrogativi sul polso della libertà d’espressione e delle conseguenze per gli autori che si esprimono contro il governo russo.
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