I Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) sono una delle patologie più preoccupanti dell’emisfero occidentale. Si stanno diffondendo rapidamente e interessano fasce sempre più ampie di popolazione. Laura Dalla Ragione, direttore rete Disturbo del comportamento alimentare dell’Usl 1 dell’Umbria, Campus Biomedico di Roma e referente Ministero della Salute, invita i famigliari di chi ne è colpito a non porsi mai in una condizione giudicante o aggressiva.
L’anoressia è una patologia psichiatrica che si caratterizza per la perdita di peso e un’intensa ossessione sulle forme corporee. Altre forme di disturbi alimentari sono la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata “binge eating”. Queste patologie hanno in comune l’intensa paura di prendere peso e la paura di vivere.
I fattori di rischio possono essere tratti temperamentali, traumi e episodi di bullismo. L’età di esordio dei DNA si è abbassata e coinvolge anche bambini di età prepubere. Attualmente il 30% della popolazione affetta da DNA è costituito da anoressia, il 70% da bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata.
I fattori culturali hanno un ruolo importante nella diffusione dei disturbi alimentari, ma non sono la causa. I segnali di un disturbo alimentare possono includere comportamenti alimentari restrittivi, grande attività fisica, cambiamenti di carattere come tristezza e ritiro sociale.
I pazienti con DNA spesso sviluppano una sensazione di onnipotenza e una forza interiore inaspettata. È importante coinvolgere la famiglia nel percorso terapeutico, evitando giudizi e aggressività. È fondamentale cercare cure specializzate presso i Centri per i disturbi alimentari, che in Italia sono presenti in 126 strutture. Non tutte le regioni italiane hanno una rete completa di assistenza, causando difficoltà nella diagnosi e nel percorso terapeutico.
È necessaria un’alleanza tra famiglia, scuola, amici e il paziente stesso per convincere ad accettare l’aiuto. Si può guarire da questi disturbi, ma è importante intervenire precocemente e trovare supporto professionale adeguato.
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