Il generale Abdourahamane Tchiani guida il Niger dopo il colpo di stato militare del 27 luglio che ha destituito il presidente Mohamed Bazoum. L’intervento dei militari ha portato alla sospensione delle istituzioni, alla chiusura delle frontiere e all’implementazione di un coprifuoco dalle 22 alle 5.
Tchiani si è autoproclamato leader del Paese in un discorso trasmesso in diretta televisiva, spiegando che l’azione militare è stata intrapresa per invertire la rotta e il destino del Niger. Ha inoltre richiesto il sostegno della comunità internazionale e ha messo in guardia da eventuali interventi militari stranieri.
Si sono diffuse voci riguardanti motivazioni personali di Tchiani legate alla sua rimozione dalla carica di comandante della guardia presidenziale. Alcune fonti riferiscono che ciò abbia influenzato la sua decisione di prendere il potere.
La reazione internazionale al colpo di stato è stata immediata, con condanne espresse dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e dalla Russia. Gli Stati Uniti hanno espresso interesse nel ripristinare l’ordine costituzionale nel Paese e mantenere l’impegno economico e sulla sicurezza con il Niger. Anche Parigi ha annunciato di non riconoscere le nuove autorità al potere e ha chiesto il ripristino immediato dell’ordine costituzionale.
L’influenza russa nel Niger è aumentata negli ultimi anni, come dimostra l’audio diffuso da un’organizzazione militare russa in cui il capo della Wagner definisce il colpo di stato come una liberazione dai colonizzatori occidentali, senza però menzionare un coinvolgimento del suo gruppo militare.
La situazione nel Niger continua ad evolversi e la comunità internazionale monitora da vicino gli sviluppi. L’obiettivo principale è il ripristino dell’ordine costituzionale nel Paese, garantendo la stabilità e la sicurezza per la popolazione nigerina.
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