Il governo italiano ha recentemente deciso di ridurre la soglia per attivare l’accisa mobile, tuttavia, ha deciso di non applicarla. Questa decisione permetterà all’esecutivo di avere maggiori entrate IVA alla fine del 2023, ma non sembra portare benefici immediati per i cittadini.
Nonostante i prezzi della benzina rimangano elevati, non si prevede un significativo calo entro la fine dell’anno. La soluzione a questo problema esiste ed è chiamata accisa mobile, uno strumento previsto dal Decreto Carburanti che consente di ridurre le imposte sui carburanti al fine di mantenere stabili i prezzi finali.
Attualmente, il prezzo medio della benzina self-service è di 1,994 euro al litro, mentre per il gasolio è di 1,935 euro al litro. Nonostante le richieste di utilizzare l’accisa mobile per abbassare i prezzi dei carburanti, il governo italiano sembra non essere interessato ad adottarla.
La soglia per attivare l’accisa mobile è stata ridotta a 75,2 euro al barile, rendendo ancora meno giustificabile la mancata applicazione dello sconto sui carburanti. Attualmente, il carico fiscale (composto da IVA e accisa) rappresenta il 57% del prezzo della benzina e il 53% del prezzo del gasolio.
La riduzione delle accise comporterebbe una diminuzione delle entrate totali di IVA per il governo. Tuttavia, la Nota di aggiornamento del Def (Nadef) indica un prezzo basso del Brent, che ha influenze significative sull’aumento dei costi energetici e dei prezzi dei beni di consumo.
È possibile che l’obiettivo del governo sia quello di creare un “tesoretto” di imposte incassate a fine anno, ma questa scelta penalizza attualmente gli automobilisti italiani. Nonostante la riduzione della soglia per l’accisa mobile, i cittadini si trovano ancora a fronteggiare prezzi elevati sulla benzina e sul gasolio senza una prospettiva di cambiamento nel breve termine.
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