Un giudice civile di Catania ha deciso di non convalidare il trattenimento di quattro cittadini tunisini nel centro di detenzione inaugurato a Pozzallo, nonostante il nuovo decreto sulle espulsioni accelerate varato dal governo. Il magistrato ritiene che la misura sia illegittima e che la normativa interna incompatibile con quella dell’Unione debba essere disapplicata dal giudice nazionale.
Secondo il giudice, il diritto d’ingresso del richiedente asilo è garantito dalla Costituzione italiana, e la provenienza dal Paese di origine sicuro non può automaticamente privare il richiedente del diritto di chiedere protezione internazionale. L’Associazione studi giuridici sull’immigrazione vede nella decisione una conferma della mancata coerenza con la Costituzione italiana e la direttiva UE del decreto del governo.
Il ministero dell’Interno ha deciso di impugnare i provvedimenti del tribunale di Catania, convinto della validità della norma e desideroso di far valutare da un altro giudice i richiami giuridici contenuti nelle decisioni. Il ministero sottolinea che la procedura accelerata di frontiera è già prevista dalla direttiva UE e trova consenso tra i Paesi europei nel costruendo nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo.
Matteo Salvini critica ironicamente la decisione del tribunale su Facebook, chiedendo una riforma della giustizia. La responsabile immigrazione di Fdi, Sara Kelany, definisce politica e ideologica la decisione del giudice siciliano e spera che le ordinanze siano impugnate dall’avvocatura dello Stato.
Nel frattempo, il gip di Siracusa ha deciso di scarcerare due uomini originari del Bangladesh accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sostenendo di aver pagato per il viaggio e di essere stati minacciati di morte per i loro familiari. I due uomini hanno accusato un terzo arrestato, un egiziano, di essere il vero scafista, una tesi che sembra ricalcare il film “Io capitano” di Matteo Garrone. Il gip ha scarcerato entrambi lasciando in carcere solo l’egiziano.
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