La nuova “Sala dell’evoluzione umana” è stata aperta al pubblico presso il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa. Il taglio del nastro si è tenuto il 22 settembre, alla presenza di importanti personalità come il Rettore dell’Università di Pisa, il Presidente della Fondazione Pisa, il Sindaco di Calci e la direttrice del Museo.
La sala ospita incredibili ricostruzioni in silicone a grandezza naturale di sei specie di ominidi, tra cui Australopithecus afarensis, Homo habilis, Homo erectus, Homo neanderthalensis, Homo floresiensis e Homo naledi. Questi modelli sono collocati all’interno di teche cilindriche, permettendo ai visitatori di trovarsi faccia a faccia con i nostri antenati.
Ma non è tutto, perché i visitatori possono anche fare un selfie di gruppo con gli antichi ominidi attraverso una postazione multimediale che scannerizza i loro corpi e li posiziona accanto alle ricostruzioni. Inoltre, hanno la possibilità di toccare i crani e le repliche di alcune ossa delle sei specie, che sono posizionate all’esterno delle teche.
Un altro punto di interesse all’interno della sala è una ricostruzione a grandezza naturale della sezione della Camera di Dinaledi, dove è stata scoperta la specie Homo naledi. Questo allestimento è stato reso possibile grazie al contributo generoso della Fondazione Pisa.
La sala dell’evoluzione umana offre una panoramica completa delle tappe principali della storia evolutiva umana, con approfondimenti tematici sulle diverse specie che hanno popolato la Terra nel corso dei secoli. E’ molto importante evidenziare che il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa è un punto di riferimento essenziale per la divulgazione scientifica, con numerose iniziative e attività rivolte al pubblico.
Infine, va menzionato che la sala è stata curata con grande cura dal conservatore del Museo e dal professor Damiano Marchi, con la preziosa collaborazione di altri membri del personale del Museo. Questo nuovo spazio rappresenta un ulteriore traguardo raggiunto dal Museo di Storia Naturale, che continua a offrire importanti contributi alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio scientifico italiano.
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