450 psichiatri hanno inviato una denuncia-appello al Presidente della Repubblica, sollecitando azioni concrete per migliorare i servizi psichiatrici in Italia. L’iniziativa è nata dopo l’assassinio della psichiatra Barbara Capovani, un evento che ha messo in luce le carenze esistenti nel settore.
Nonostante il recente centenario della nascita di Franco Basaglia, considerato pioniere della riforma psichiatrica in Italia, i professionisti lamentano che poco o nulla sia cambiato nei manicomi del paese. Gli operatori denunciano un progressivo depauperamento delle risorse e un ritorno a pratiche di controllo della devianza nella psichiatria.
Numerosi operatori di base, dirigenti e primari hanno aderito all’appello, attingendo all’autorità del Presidente della Repubblica come garante della Costituzione e rappresentante di tutti i cittadini. L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica sulle criticità del sistema sanitario mentale italiano e sollecitare provvedimenti urgenti per evitare un punto di non ritorno.
La situazione dei servizi di salute mentale è descritta come precaria, con il rischio concreto di perdere operatori giovani e competenti se non verranno apportate significative migliorie. Gli psichiatri chiedono un’immediata azione governativa per garantire una reale e efficace assistenza a chi ne ha bisogno.
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